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sabato 19 maggio 2012

Nel gavone dell'anima (cosa portare)

Tra poco si parte ed è ora di decidere cosa portarsi dietro. Dietro nel gavone stagno del kayak e poi nello zaino. Dover scegliere oculatamente cosa è necessario e cosa no è una pratica sana e santa. La condivido qui sul blog perché questo viaggio lo faccio insieme a voi. Ogni lettore del blog, ogni amico che farà un pezzo di strada, ogni persona che mi ospita a casa, ogni airone che vedrò, ogni albero e ogni pesce sono in cammino con me. Molti mi dicono che sarebbe stato meglio scenderla la Brenta piuttosto che risalirla con fatica. Io ho sperimentato che, per un uomo almeno, c'è bisogno di affrontare le cose, di conquistarle per poterle comprendere e amare a pieno. Inoltre preferisco partire dalla mia casa senza macchine, mettere il kayak in acqua e pagaiare la laguna per poi affrontare la corrente della Brenta, in verità non irresistibile quaggiù grazie ai numerosi sbarramenti (finora ne ho contati 4) che la mantengono a dislivelli piccoli. Andare controcorrente è anche il modo migliore per capire davvero fin dove voglio veramente arrivare, una metafora del rompere il conformismo che ci vorrebbe tutti incanalati nel ciclo lavora, guadagna, consuma.
Ecco cosa metterò nel mio gavone essenziale: uno zainetto con dentro bossolà chioggiotti (il pane dei pescatori che mi ricorda il Lembas elfico), formaggio della Valcamonica, delle carote biologiche di Sottomarina, acqua e sciroppo di sambuco della Brenta, barrette di sesamo e miele equosolidale, una maglietta, braghe e un cappellino rosso di ricambio, piccolo asciugamano, un poncho impermeabile, un pile, un sacco a pelo, un telo impermeabile, un cordino di qualche metro, un coltellino tascabile, accendino, fazzolettini di carta, cerotti, deodorante, spazzolino, un'ottima crema dai mille usi della Fattoria delle Erbe, crema solare, antizanze, dei fiori di Bach (un mix di water violet – hottonia palustris, wild rose – rosa canina, hornbeam - carpino bianco) con un goccio d'acqua della Brenta. Sacchetti con semi da regalare ai miei ospiti (semi di speranza, zucca, mais bianco e rosso) e una boccetta preziosa, di vetro lavorato, con acqua del canal Vena qui sotto casa da portare a Caldonazzo. E poi mi porterò il mal di schiena, la mia rigidità mentale e le mie paure: non riuscire a trovare le parole per spiegare il mio cambiamento, non riuscire a condividere la mia visione con voi che mi leggete e che vorrei tutti portarvi con Me verso la Madre Terra.
Avrò il cellulare, ma lo accenderò solo nel tardo pomeriggio per comunicare con chi mi appoggia a terra posizione e appuntamenti, ma anche per rispondere a eventuali SMS. Porterò carta di identità, 100 euro, un quaderno vuoto, penna, matita e gomma. Se ne varrà la pena pubblicherò poi il diario del viaggio. Niente macchina fotografica, mi impedirebbe di entrare profondamente in collegamento coi luoghi, dove nascono gesti nuovi e parole sottili. Mi vestirò con pantaloncini, maglietta, cappello di paglia e scarpe da ginnastica. Niente costose tutine e scarpe d'acqua: in kayak ci vado a piedi nudi! Dal mio kayak, che ho battezzato Monamì, sventolerà una piccola bandiera italiana, quella della marina mercantile. Per me rappresenta lo possibilità che il nostro paese metta al centro le differenze che rendono queste terre e queste genti così ricche e creative in ogni ambito. Una vera repubblica federale italiana, con le comunità locali al centro e non la burocrazia regionale o statale che sia.
Ogni volta che affronto i viaggi con questo spirito gagliardo li rendo sacri, come i pellegrinaggi antichi. Ho ben chiaro dentro di me che il vero viaggio è interiore, un viaggio dell'anima nel mio cosmo interiore alla ricerca della Sorgente che dentro di me alimenta la vita. Risalendo la Piave due anni fa ho aperto la mia gola, ho cominciato a fare spettacoli e raccontare storie in pubblico, a dire quello che sento e che amo per quanto strano possa sembrare. Ora cerco la Visione, come nelle prove iniziatiche degli sciamani. Sorrido mentre scrivo perché la visione è già qui ma per riconoscerla pienamente e condividerla servono gesti esteriori e forse anche un po' teatrali. Badate bene che non faccio ironia sul teatro che è una pratica sacra che tutti dovrebbero provare. E' una potente metafora della vita incarnata per noi che siamo registi e attori del nostro copione.
Lascerò il kayak ai laghi di San Giorgio per proseguire a piedi. Altro zaino e altra attrezzatura per risalire la Valsugana, uno zaino capiente, gli scarponi, le braghe lunghe. Braghe e non pantaloni, come si dice in camunia. Un'altra bella parola che mi porterò dal mio dialetto paterno è “socio” che vuol dire amico. La pronuncia in dialetto è particolare, la S iniziale si aspira, si legge hòci. In valcamonica si distinguono i soci, quelli veri, dai soci de la bira, cioè quelli che sono sempre pronti a fare festa ma poi alla prima difficoltà spariscono. Soci deve essere una derivazione diretta dal latino, dove significava “alleato”, alleato che fornisce truppe per combattere accanto alle legioni dei civites (cittadini). Insomma i camuni ti riconosco come vero amico se gli stai accanto anche nei momenti duri, la lotta quotidiana per superare le mille difficoltà e fatiche di questa vita pesante ma creativa nella materia.
La Piave mi ha insegnato le regole dell'amicizia attraverso il saggio Michelangelo che me le ha ricordate, perdonando certe mie leggerezze. Nello zaino anche un sasso raccolto a novembre a Tezze sulla Brenta, quando ho promesso che avrei fatto questo viaggio, mi è arrivato il nome della mia barca e ora potrò restituirlo questo promemoria dei momenti grigi. Cosa mi insegnerà ancora la Brenta e la sua gente? E' ora di partire, buon viaggio a tutti! Esagerate, non accontentatevi, ma esigete da voi stessi la vita che avete sempre voluto. E' ora di andare a prendersela!

martedì 15 maggio 2012

Il mio nemico

Un vecchio guerriero materiale e spirituale mi ha incitato a uscire allo scoperto, a individuare qual è il mio nemico e a combatterlo con tutte le mie forze. La sua visione guerriera, che stimo e riconosco nel mio retaggio, non mi appartiene più. Non ho più nemici ma avversari che mi spingono solo ad essere migliore. Il mio avversario principale è il mio stile di vita che contrasta con le mie convinzioni, la mia sensibilità, la mia salute fisica e mentale. Cosa intendo? VI ricordate quella canzone che fa “Sulle strade al mattino il troppo traffico mi sfianca mi innervosiscono i semafori e gli stop e la sera ritorno con malesseri speciali. Non servono tranquillanti o terapie ci vuole un'altra vita.” E' proprio così e molte persone che conosco si sentono proprio così, compressi dentro ad una megamacchina che li condiziona e li opprime.
Beh io mi sono stufato, da giugno dello scorso anno ho cominciato a dare fiducia alle mie intuizioni su come cambiare la mia vita e ora sento che sono sulla strada giusta. Ho chiuso la partita iva che avevo aperto come giardiniere, preferendo lavorare conto terzi e dare una mano agli amici. Guadagno meno? Molto meno, ma abbastanza per vivere, ho guadagnato tempo, mi sono tolto l'ansia di aumentare sempre più il fatturato, di lottare contro le cicliche crisi d liquidità per pagare contributi e balzelli vari. Non sono d'accordo su come funziona il sistema economico qui in Italia e nemmeno sulla tassazione. Vorrei un sistema più leggero ma soprattutto proporzionale al fatturato. Gli studi di settore poi sono assurdi. E vorrei vedere spesi bene i soldi pubblici, vorrei che la democrazia locale potesse influenzare e alimentare scelte di gestione del territorio sensate. La merce più rara oggi sembra essere il vecchio buon senso.
Mentre cerco di recuperare un colpo della strega a pochi giorni dalla partenza della Forma dell'Acqua rifletto su quali pesi, convinzioni errate e attaccamenti sciogliere, a quali ancore e relazioni tenere ben salde. Odio la tecnologia che danneggia la vita su questo pianeta, vorrei farne a meno ma per ora posso solo darmi disciplina e ridurre l'uso dell'auto, del telefono cellulare, le ore davanti al pc e valutare con attenzione i miei consumi. Odio la tecnologia che ci rende più deboli e stupidi, quella che ci distrae da una semplice verità: che viviamo sulla Terra e non in qualche alieno mondo virtuale. E' inutile e stupido andare sulla luna o su marte quando non riusciamo a vivere bene qui. Voglio camminare di più e guidare di meno. Quante ore per strada, ho fatto 100.000 chilometri in due anni tra Veneto e Lombardia! Viviamo in un mondo di abbondanza e iperproduttività ma la povertà e la disperazione dilagano. Il sistema economico va riformato, la produzione locale deve essere incentivata e dobbiamo dare un calcio in culo al consumismo esasperato. La civiltà usa e getta sta sommergendo il mondo di lattine e buste di plastica, sprecando energie per soddisfare bisogni superficiali o indotti. Ben venga il lusso e lo sfizio, una volta che abbiamo organizzato bene il necessario e l'utile per lo sviluppo armonico del nostro pianeta.
Le nostre città si sviluppano invece furiosamente come cellule cancerogene sul corpo vivo della Terra. Abbiamo invece bisogno di alberi, paludi per la fitodepurazione, prati su cui correre a piedi nudi. Siamo una cosa sola con l'ambiente naturale e invece ci siamo persi, infilati nel buco nero della separazione e del dualismo tra uomo-natura, civile-selvaggio, artificiale-naturale ecc ecc. Quando finalmente scopriremo che la terra fu terraformata e resa abitabile da esseri viventi da antiche civiltà aliene magari avremo anche la prova che sia assurdo idealizzare la natura selvaggia o disprezzarla e distruggerla. Il nuovo paesaggio sarà certo antropizzato ma amorevolmente. Mi sembra ovvio che non bisogna costruire nella golena dei fiumi, sui fianchi dei vulcani o su pendii franosi eppure si fa, continuamente e stupidamente. Quel monito evangelico che dice “per ignoranza il mio popolo va alla perdizione” sembra quanto mai azzeccato. Alcuni sanno e cercano di tenere gli altri nell'ignoranza per manipolarli e aumentare il loro potere personale: il potere in un mondo destinato ad autodistruggerci. La democrazia energetica è la forma più evoluta di governo, la dittatura e la rivoluzione sono polarità estreme e inadatte alla complessità del cambiamento necessario.
Cosa intendo con democrazia energetica? Questa bella espressione l'ho recepita da Franco Santoro, significa che si mettono sul piatto i bisogni e le aspirazioni e poi, come in una somma di forze vettoriali, si contratta una direzione che deriva dalle forze reali in campo. Ad esempio prima di decidere se costruire nuovi capannoni mettiamo sul tavolo le prospettive di sviluppo, i capannoni sfitti, la tutela del nostro paesaggio, la riduzione della cementificazione. A questo approccio aggiungo anche la compartecipazione di tutti gli esseri del nostro pianeta al cambiamento. Anche gli alberi, gli uccelli e i fiumi hanno diritto di essere accolti nella nostra visione, l'antropocentrismo è fallito, come il materialismo e ogni idealismo che separi spirito e materia. In questo le esperienze sensitive e sciamaniche mi hanno dimostrato che possiamo ricevere risposte e cooperazione incredibile dal mondo che noi crediamo vuoto e inanimato solo perché non lo vediamo. Anche la forza di gravità non la vedo ma ci tiene tutti coi piedi per terra. Io volgio riscoprire l'umiltà davanti alla bellezza e alla saggezza con cui i cicli vitali si organizzano e si sciolgono continuamente. Non sudditanza o adorazione, ma rispetto e comprensione per poter diventare cocreatore consapevole di un mondo armonioso e pieno di vita e di energia per tutti i progetti che desideriamo, noi e la terra tutta INSIEME.

sabato 12 maggio 2012

Nuovo itinerario per la Forma dell'Acqua

Dopo aver esplorato meglio il corso del fiume e raccolto alcune ospitalità e collaborazioni ho formulato un nuovo itinerario della Forma dell'Acqua. D'altronde è proprio uno degli insegnamenti di questo elemento saper cambiare forma per adattarsi nel modo migliore alle circostanze. Durante il viaggio potrebbero esserci piccole variazioni ma grazie all'assistenza a terra assicurata da Giulia, Antonella e Ilaria gli incontri pubblici verranno sicuramente rispettati. Io resterò a cellulare spento durante il giorno, comunicando solo se indispensabile con Giulia. Vedrò comunque i messaggi ogni sera, quindi potete scrivermi al 328 7021253. Aggiornamenti importanti saranno tempestivamente segnalati su https://www.facebook.com/formadellacqua
Le prime tre giornate sono tappe lunghe e di grande impegno fisico e volitivo, cercherò di immergermi completamente nel flusso e seguirò

Domenica 20 maggio: h 7.00 meditazione sull'acqua, h 7.30 partenza da Chioggia, notte lungo brenta vicino Codevigo
21 maggio: meditazione h 6.30, in kayak per dintorni Vigonovo, notte lungo brenta
22 maggio: meditazione h 6.30, in kayak per Mira, spettacolo serale h 21 all'Ecomuseo Terre del Brenta, via Don Minzoni, 24/26 a Mira
23 maggio: medit. h 7.30 sulla riva nei pressi dell'Ecomuseo, partenza h 8.00 da Mira in kayak, h 18.30 arrivo alla Bottega Equosolidale Corti e Buoni a Padova, Via Rovigo, 25. Momento di condivisione, fino alle 19.30
24 maggio: medit. h 7.30 nei pressi di Corti e Buoni, partenza h 8.00 in kayak per Saletto di Vigodarzere, sotto al Platano secolare vicino alla Certosa. Pomeriggio e serata dedicata al contatto con gli Alberi.
25 maggio: meditazione h 7.00, partenza in kayak, spettacolo serale presso Agriturismo La Penisola, Via Kennedy, 19, Campo S.Martino, tel. 348 1040934 - 049 55 91 333
26 maggio: medit. h 7.30, partenza in kayak per i laghi a nord di S.Giorgio in Brenta
Domenica 27 maggio: meditazione di Pentecoste h 9.00 al ponte tra S.Giorgio in Bosco e Grantorto, poi Festa dello Spirito del Corpo tutto il giorno con pranzo di condivisione, bagni nella Brenta, esplorazione dei laghi (portate natanti). In serata parto a piedi verso Nord.
28 maggio arrivo Bassano del Grappa, incontro sul Ponte degli Alpini per cantare insieme h 21.00
29 maggio: medit. h 7.30 nel parco sulla Brenta vicino al ponte degli Alpini, partenza h 8.00 da Bassano a piedi per Valstagna. Visita alla tomba di Ezzelino il Monaco a Solagna. Visita e esplorazione delle grotte di Oliero. 30 maggio: salita della Calà del Sasso (4444 gradini verso l'Altopiano) e ritorno nel pomeriggio
31 maggio: partenza per Grigno
1 giugno: arrivo a Borgo Valsugana e spettacolo serale al ponte sulla Brenta tra piazza del Municipio e via ROma.
2 giugno: medit. h 7.00, partenza h 7.30 per Caldonazzo, h 14 - 21 Cerchio di Guarigione per la Terra
Domenica 3 giugno: h 15.00 spettacolo a Villa Breda a Campo S.Martino, ritorno a Chioggia per la festa finale in serata alla foce della Brenta
Ringrazio tutti quanti stanno collaborando materialmente e spiritualmente a questo viaggio e tutti quelli che in queste due settimane dedicheranno amore a fiumi, laghi e sorgenti vicino a loro. Ringrazio i Comuni di Chioggia, Vigonovo, Mira, Campo S.Martino, Borgo Valsugana per avere accordato il patrocinio al viaggio, e inoltre l'Ecomuseo Terre del Brenta e l'agriturismo La Penisola di Campo S.Martino per l'ospitalità.

mercoledì 9 maggio 2012

A scuola dal Piacere, la via umida

Da Pasqua la mia rinascita sembra segnata dall'accettazione sempre più profonda del piacere. Il piacere e l'abbondanza come strumento per evolvere la mia anima, efficace quanto il dolore e la privazione. E' la Via umida, emotiva, sensibile e intuitiva che corre sulla sponda del fiume sinuoso, sull'altro argine corre la Via diritta, rialzata, mentale, ascetica, razionale. Per sommi capi le conosco entrambe e tutte e due servono all'evoluzione. In mezzo scorre il fiume della vita che non conosce divisioni ma scorre continuamente. Della mia anima ho capito che impara ciò che le piace, che si incendia velocemente e spesso con la stessa velocità si spegne, che la noia la uccide. “Il ragazzo è dotato ma non si impegna” insomma. Non si impegna perché non si diverte abbastanza, la mia anima chiede al mio spirito di guidarla in una vita che sia all'altezza della sua delicatezza e della sua forza, un progetto che abbia dentro tutti i colori dell'arcobaleno. Il mio spirito invece si è forgiato nelle solitudini, pensa che l'unica strada sia autodisciplina e strategia. Così porta l'anima a continui conflitti tra ciò che “pensa” sia bene invece di “sentire”. Da Pasqua invece il mio spirito si sta inchinando alla mia anima, al suo bisogno di godere la vita, non pensarla ma viverla.
Dunque smonto e lascio andare dentro di me i blocchi che mi impediscono di accettare la Via umida e misteriosa del Piacere. Faccio pace con la favola di Adama ed Evo e quel senso di colpa che il giudaismo ha instillato nel cattolicesimo. Lascio andare i giudizi morali e quel fatidico senso di colpa che mi hanno inculcato da bimbo. Saluto il dualismo tra Male e Bene, Peccato e Grazia. Li saluto perché non sono più adatti alla mia evoluzione, ma chi ne ha bisogno se li tenga per sé e li custodisca nel suo cuore. Ad altre rotte tende ormai la mia nave. Sono davvero pronto a evolvere godendo? Dovrò imparare a ridere e a piangere liberamente. Il mio spirito ancora protesta che così non si fa, non è serio, non rispetta l'etichetta della santità! L'anima mia è stupita e piena di desiderio. Il mio corpo è timoroso ed eccitato. Il corpo: ecco finalmente entrare in scena il grande assente, il nemico perseguitato di tutte le tradizioni che mirano a far evolvere l'umano verso il divino rinunciando alla sua parte materiale. Gesù Cristo invece rivendicò il corpo (il capro?) e lo santificò, trasformandolo in un tempio indistruttibile (il corpo di resurrezione). Lui che si tenne accanto la dolce Maddalena conosceva bene l'Amore profano quanto quello sacro, perché lui è il fiume: qui le vie secca e umida che corrono sulle sponde si uniscono e completano. Se sapeva digiunare 40 giorni chissà come sapeva godere! Un orgasmo Cosmico!
Dove passa allora la mia via del Piacere? Passa dalla sensualità del corpo, dal Dio Corpo che non è una bestemmia ma un punto fondante della nostra Trinità interiore. In Europa la via del Piacere è stata perseguitata (ricordate le streghe?) dalla corrente intransigente della Chiesa e si è deformata in sadismo e pratiche orgiastiche occulte. Trovo invece nella cavalleria cortese e nelle storie del ciclo arturiano, dense di memorie celtiche e neolitiche, un grande esempio di come unire sensualità e percezione, eroiche imprese e sane bevute, onore e passione. Il mondo cortese della Francia del Sud (Aquitania, Provenza) partorì una raffinata cultura cortese dove Dame e Cavalieri sperimentavano un'educazione sentimentale e spirituale all'insegna dell'amore e della bellezza. Qui nacque la poesia laica che coi suoi trovatori si diffuse in tutta Europa. La danza è un potente strumento educativo: le antiche danze di gruppo celebrano la coppia e al comunità al tempo stesso, invitano il corpo a gioire, l'anima a manifestare grazia e lo spirito al rigore del ritmo e dei passi. La danza individuale, che già amavo ma che ho riscoperto con l'astrosciamanesimo, è un potente veicolo per manifestare e far evolvere gli stati d'animo. E' un potente mezzo per entrare in comunione con la natura, provate a danzare sotto un albero delle fate e dovrete darmi ragione!
Poi c'è l'uso della voce. La voce che Giovanni Battista usava per gridare nel deserto può ora risuonare lieta e festosa, ora angosciata e lacrimosa e manifestare in libertà le potenzialità terapeutiche e creative del suono. Ho provato bellissimi momenti di pace e armonia con esperienze di canto armonico in gruppo: si intonano vocali o mugugnìi e pian piano ne nasce una melodia che istintivamente l'orecchio di ogni partecipante riconosce e arricchisce. E ancora: il teatro che unisce in sé movimento e voce. Potente esperienza, non a caso nasce come rito sacro e ora può essere una strada maestro per imparare a modellare se stessi in differenti forme, mettersi nei panni degli altri e capire il meccanismo della proiezione. Ma soprattutto nella Via del Piacere c'è il rapporto col cibo e la sessualità (dulcis in fundo). Il modo di mangiare forma la base del nostro agire, sentire e pensare dunque la maestria nel nutrirsi nel modo più adatto a seconda delle nostre aspirazioni è un'arte fondamentale. Cibo è medicina oltre che nutrimento.
Sulla sessualità ho molto da imparare, è una pratica potente ma ancora da esplorare. Ho sfiorato la via tantrica orientale e ho intravisto le potenzialità curative, energetiche e spirituali di una sessualità consapevole. Ma quanto ci metterò a incarnarla nella mia vita? C'è parecchio da lavorare per riattivare qui da noi la via del Piacere, ma è tempo che questo accada e io farò la mia parte, da bravo Arlecchino arcobaleno. Buon godimento evolutivo a tutti!

domenica 6 maggio 2012

Mi rivesto di verde e d'azzurro

Quando sei anni fa ho mollato depresso e disperato l'insegnamento ho avuto modo di scoprire la forza e la serenità che sanno trasmettere gli alberi, specialmente i grandi alberi e più ancora i boschi misti. Ogni volta che avevo un dubbio su una decisione importante o che mi sentivo giù andavo nel bosco del Cansiglio a passeggiare. La mattina presto durante la settimana. Solitudine. Quiete. Incontri con cerve, volpi, uccellini sconosciuti ma soprattutto la cattedrale dei faggi. Camminando nel bosco il pensiero ossessivo si calmava. La volontà si rafforzava a portare quello zaino e dosare le energie per andare e tornare con le mie sole forze. Nel cuore nasceva la risposta al dubbio che mi aveva portato lì.
Poi ho cominciato a sentire l'energia degli alberi, la loro capacità di trasmetterti una forza verde, pulita. Quando mi concedo il tempo e l'umiltà di entrare in contatto con uno di questi fratelli verdi mi offrono riconoscimento. Come se un amico che ti stima ti salutasse affettuosamente, facendoti ricordare il meglio di te, i tuoi punti forti, la bellezza del fatto che tu ci sei, semplicemente. Ed è bello esserci. Non pensare o desiderare di esserci ma essere davvero presenti nel momento, qui e ora. Sento il mio respiro, gli odori, le sensazioni, le emozioni sia quelle mie, sia quelle che il paesaggio mi trasmette. Un linguaggio elementare fatto di sensazioni ed emozioni si intesse continuamente e ci offre sano nutrimento e antidoto contro i nostri pensieri complicati ed emozioni tempestose.
Dopo i boschi ho scoperto il rapporto coi fiumi. Sedere e contemplare il fluire delle acqua, l'ondeggiare degli alberi, le movenze delle piante acquatiche, i voli e le buffe planate delle anatre. Quiete e lenimento per ogni ansietà. Quando poi ho cominciato a esplorare attivamente e a camminare lungo lungo i fiumi e i torrenti, a guadarli e poi a nuotarci dentro nudo ... è come rinascere, ogni volta ricevere una tale energia vitale che illumina il corpo e acquieta il cuore. Ogni fiume ha un suo carattere e stimola in noi certe qualità. Così ho cominciato a distinguere Sile da Piave, Grigna da Oglio, Brenta da Po. Comincio a capire che a volte ho bisogno delle carezze della Brenta o dell'energia indomita della Piave. Questa comunicazione silenziosa mi riporta in pace con me, sento di avere un posto preciso in questa complessa ragnatela di relazioni viventi. Boschi e fiumi con la loro energia guaritrice ci aspettano, noi affrettati e angustiati esiliati in loculi artificiali, mobili o infissi nel terreno. Non resistiamo, andiamo all'appuntamento col nostro destino, terrestre, sensuale, veramente umano.
Buone note: Sulle proprietà guaritrici degli alberi potresti leggere Il CAnto degli alberi di Maria Cornelia Giordani, una paffuta signora di Lovere che sono andato a conoscere incuriosito. Da anni studia e sperimenta con successo dei particolari oli energizzati dagli alberi.

martedì 1 maggio 2012

Trovare il coraggio

Ci sono delle donne che ti inchiodano con una domanda. Ti mettono un dito sul petto e ti fissano dritto negli occhi. Non puoi mentire o raccontare qualcosa di meno di quello che hai nel cuore. Ho un'amica così e oggi mi ha chiesto diretta: "cosa cerchi in questo viaggio lungo la Brenta?". Dopo un paio di tentativi di aggirare tanta schiettezza ho dovuto ammettere "il coraggio". Il coraggio di manifestare ciò che sento e di essere fedele al me stesso di oggi, in perenne mutamento. Il coraggio di aprire un ospedale per le piante a Mestre. Il coraggio di cambiare il mio stile di vita e cominciare a coltivare la terra. Il coraggio di accettare le mie ombre, senza rinunciare a seguire la luce.
E poi ci sono anche dei giovani che ti offrono il loro fresco entusiasmo. Ce ne sono alcuni riescono a essere poi anche semplici e concreti. Che si danno da fare e scrivono nel loro blog: "Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle." E mi danno forza e voglia di fare quel che posso per il cambiamento che auspico. Pensavo che avrei avuto bisogno di stare giorni e giorni sulla Brenta per avere una visione chiara e complessiva per poi agire. Mi sono invece reso conto che la mia visione è già delineata a grandi di linee e devo solo continuare sulla strada. Ho bisogno di andare in Brenta a far crescere il coraggio, a dimostrarmi che riesco a realizzare ciò in cui veramente credo.
Risalire un fiume è un'esperienza superba. Camminargli accanto, incontrare i suoi affluenti, vederlo ringiovanire mentre risale le montagne e torna torrente. Guadarlo e sentire le diverse qualità delle sue rive, destra e sinistra, che il fiume unisce preferendo però lenire maggiormente l'una o l'altra con la sua corrente. Mi immagino il corso del fiume con un bel vecchio dalla lunga barba. Appena succede qualcosa in qualche punto lui se ne accorge subito: "chi mi tira la barba?". Quanta saggezza in questi fiumi, quanti colloqui nel silenzio. Se invece scendo accanto al fiume scorgo maggiormente le sinuose ondine, vaghe e ammalianti. Altra presenza ancora hanno le sorgenti, sacre alla vita, e i laghi con le loro Dame e le spade magiche nascoste nelle profondità.
Sul Lago di Caldonazzo sento una grande pace. Ci sono andato due anni fa a togliermi la paura dell'acqua profonda: ho affittato un pedalò e sono andato al centro del lago e lì mi sono tuffato. Il coraggio aumenta più lo metti alla prova. Come ogni virtù si sviluppa con la pratica e diventa tuo solo se lo vivi. Non lo puoi comprare "come un pezzetto di formaggio"(2). La leggenda dice che solo se l'acqua è limpida e quieta la Dama potrà offrire il suo aiuto a colui che lo cerca. In modo simile Gesù nazareno camminò sulle acque invitando poi Pietro a fare lo stesso. Le due leggende cercano di trasmettere lo stesso concetto: solo se riesci a portare quiete nella tua anima, a esserne il signore, allora puoi manifestare pienamente chi sei, la tua essenza spirituale (la spada temprata nell'acqua e nel fuoco).

Buone note:

(1)http://diariodiunamenteverde.blogspot.it/2011/11/la-rivoluzione-verde-seminare-alberi.html

(2)Voglia Di Libertà Pierangelo Bertoli

Vorrei poter suonare ancora un po'
e poi seguirti fino in capo al mondo
Mi vestirei di stracci come so
E sarei pronto a fare il vagabondo e a raccontare a tutti il mio passato
Che è un campionario di mediocrità
Ad accettare tutto mi è costato
Ed ho perso te che amo libertà
Per te io vincerei questa paura di uscire nudo e stanco dalle mura
di questo mondo piccolo e banale
Dove regna chi bara e chi non vale
Mi specchierei ma senza ipocrisia
Nell'acqua dove affonda la bugia
E laverei dal cuore la vergogna
dei compromessi fatti in questa fogna (...)